Lo scorso marzo il Consiglio di Ministri ha definitivamente approvato il decreto legislativo attraverso cui viene attuata la Direttiva Ue 2019/2161: stiamo parlando della cosiddetta Direttiva Omnibus, nata per garantire una maggiore trasparenza sulle comunicazioni commerciali e quindi una maggiore tutela dei consumatori riguardo prezzi, sconti e recensioni tramite delle norme volte a prevenire e sanzionare pratiche commerciali scorrette e ingannevoli.
La direttiva contiene delle norme che si applicano a tutti i canali, compresi gli ecommerce. Vediamo quindi quali sono le conseguenze per gli shop online.
Norme relative alla comunicazione delle offerte
Il primo effetto è dato dalla norma riguardante la comunicazione delle offerte e dei saldi, secondo la quale ogni annuncio di sconto o riduzione di prezzo deve riportare anche il prezzo precedente, ossia il prezzo più basso applicato al prodotto nei trenta giorni precedenti la riduzione di prezzo. Nella pratica questo significa che l’indicazione del prezzo ridotto dovrà essere accompagnata dalla percentuale di sconto e dal prezzo originario, inserendo di fatto due prezzi.
Con questa novità si intende contrastare la pratica commerciale di aumentare i prezzi di vendita prima dell’applicazione dello sconto, un inganno nei confronti degli utenti che pensano così di acquistare un articolo con uno sconto maggiore rispetto a quello reale.
Come precisato, tale norma si applica sia ai negozi fisici che a quelli online. Nel caso di sito web, quindi, è necessario (se non già presente) implementare dei plug-in che permettano di mostrare sia il prezzo di vendita che quello scontato.
Omissione ingannevole e recensioni
La nuova direttiva parla anche di omissione ingannevole, che nel caso degli ecommerce ha ripercussioni importanti per quello che riguarda le recensioni online, che dovrebbero essere autentiche, in modo da costituire un mezzo di cui gli utenti possono fidarsi per farsi un’idea del prodotto che stanno acquistando. In particolare, i commercianti sono tenuti a dare informazioni precise sulla provenienza delle recensioni, che dovrebbero essere rilasciate da chi ha realmente acquistato il prodotto. Che fare, quindi, se non è possibile verificare l’autenticità di ogni singola recensione? In questo caso, in ottica di trasparenza e rispetto dell’acquirente, il commerciante dovrà comunicare chiaramente che le recensioni non sono state verificate, apponendo un’apposita dicitura. È ovviamente vietata la pubblicazione di recensioni false, così come l’approvazione delle sole recensioni positive (e relativa cancellazione di quelle negative).
Sanzioni previste
Ma cosa succede se tali norme non vengono rispettate? La direttiva prevede delle pene pecuniarie che possono arrivare fino ad un massimo del 4% di fatturato annuo. L’AGCOM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) è l’autorità cui gli acquirenti possono rivolgersi per segnalare pratiche commerciali sleali, ma la direttiva Omnibus introduce una novità anche in questo: il consumatore può infatti decidere di rivolgersi anche a un giudice ordinario, che avrà il compito di appurare la conformità o meno alla norma.
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